“Capatosta”: ecco come viene chiamata la popolazione molese, quelle 30000 persone della provincia barese…. Ma ci siamo mai chiesti il perché di questo appellativo? Scopriamolo insieme!
“Capatosta” è la parola che accompagna il nome di una delle manifestazioni che, fino a qualche anno fa, si svolgevano a Mola di Bari: “il Palio dei Capatosta”. Effettivamente, il termine “capatosta” potrà sembrare un aggettivo al fine di disprezzare la popolazione molese… invece non è assolutamente così. Il termine tipico molese “capatosta” (che sta a significare testardo, testa dura) rappresenta il coraggio e la forza di volontà del paese; è il nome che identifica appieno la popolazione molese sin dal 1700. Questo appellativo è stato utilizzato per tantissimo tempo dato che, per più di 100 anni, i molesi hanno condotto una lunga battaglia legale contro la signoria dei Vaaz, mercanti ebreo-portoghesi che avevano condotto la popolazione nella più completa miseria e povertà. A causa di queste proteste i molesi vennero imprigionati nel castello di Bari. Possiamo affermare che il motivo principale di quella che si può chiamare “rivoluzione” era la voglia di sottrarsi ai diritti e i privilegi che il feudatario esercitava nei confronti di Mola e l’imposizione dei dazi sul commercio. A quel punto l’economia di Mola, basata principalmente sul commercio marittimo, subì un colpo durissimo al quale, anche se parzialmente, si riuscì a rimediare organizzando una rete di contrabbando. Con l’espulsione dei Vaaz, iniziò per la città un periodo di grande ripresa economica che venne seguito da un notevole aumento della popolazione e un miglioramento del tenore di vita degli abitanti. Nel 1755 Mola raggiunse la libertà.
Questo è solo un assaggio della storia di Mola di Bari, cittadina marittima ricca di agricoltura, ricca di pesca, ma soprattutto ricca di bene reciproco tra i “capatosta” molesi.