Tra le braccia di Maria, Gesù Bambino è il simbolo di un amore eterno che a Natale si rinnova. È l’intimo abbraccio di tutte le madri della storia che nella penombra di una stanza, dopo aver chiuso fuori tutte le nefandezze e il frastuono del mondo, avvolgendo il piccolo di calore e respiro, intonano la nenia antica che nella tradizione molese porta con sé una melodia che sa di buono, profonda, viva e vissuta. Si possono catturare nelle strofe della ninna nanna in vernacolo molese, teneramente cantate dall’attrice, nonna, mamma Maria Mancini alcune tracce del passato, quando il canto esprimeva anche sofferenza, disagio, angoscia. La ninna nanna era uno strumento molto colorito per “cantarla” alle vicine un po’ pettegole, accompagnata dal metronomo di una “naca” di legno che segnava il tempo e l’incanto.
Ninna Nanna…(Accompagnamento musicale del Maestro Mattia Catalano)
Teresa Spagnuolo
Teresa Spagnuolo nata a Bari 54 anni fa: sono perdutamente innamorata della mia famiglia e del mio paese Mola di Bari. Ho imparato ad amarlo conoscendo la sua gente, scoprendo i suoi pregi e difetti, vivendo con passione i suoi problemi, nella profonda convinzione che ogni difficoltà è un’opportunità e che insieme si possono realizzare grandi sogni. Intanto vivo nello stupore della mia terra, amando la sua gente a cominciare dai bambini per i quali spendo buona parte della mia vita, essendo docente di scuola dell’Infanzia e, da poco tempo illustratrice di una antologia di racconti per bambini “ CIBUS IN FABULA” . Amo l’arte in tutte le sue forme e ammiro chi riesce, mediante essa, ad esprimere libertà e speranza. Affreschi L’ affresco è un esercizio della mente e del cuore… memoria che scuote i sentimenti per ravvivare ciò che hai fissato profondamente nel tuo vissuto, come il colpo di colore che penetra l’intonaco fresco del muro preparato per catturare un’immagine ma, ancora di più un pezzo di vita. Affreschi, restano lì a dare freschezza al presente, colore al passato, narrano, parlano, si lasciano toccare quando le figure che in essi vedi rappresentate non ci sono più. Storia, memoria, bellezza, presente e futuro da colorare.
2 commenti
Il testo dialettale recita: […] 01:13 – “…Na vvole dóerme ci… non è candato…”[…] “i ggénde de dò nnande, son’invidiose…” Talvolta nei testi di canti popolari (specie nelle ninne nanne, che si ritrovano simili nei paesi viciniori) è evidente la differenza tra il dialetto parlato e quello cantato, vuoi perché si tende ad ingentilirlo (il dialetto), vuoi per esigenze di una qualche “rima o assonanza” tra le parole….
Antonio Palumbo, gli spunti di riflessione sull’etimo semantico e semiotico del nostro dialetto…offerti da un cultore come lei, sono per noi un contributo prezioso: sinergie per un “processo” virtuoso verso la NOSTRA Mola….