Durante le lezioni dedicate alla “Cittadinanza attiva”, nella mia 2F, parlando del nostro Territorio, tra ricerche e approfondimenti, confronti e dibattiti sulla storia, le risorse e le eredità di Mola…..una delle alunne, Isabella Lastilla, 12 anni, sguardo puro ed entusiasta, legge il suo tema:
∞Niccolò Van Westerhout ∞
A Mola una via, un monumento (la Doña Flor) ed il Teatro comunale sono dedicati a Niccolò van Westerhout; un grande ritratto del musicista, opera di Onofrio Martinelli, fa bella mostra di sé nella sala consigliare del Municipio.
Ma noi giovani conosciamo poco più del nome di questo illustre musicista nato a Mola nel 1857 e morto, troppo giovane, a Napoli nel 1898.
I van Westerhout, il cui cognome ha origini fiamminghe, in realtà vivevano da secoli nel territorio pugliese e da generazioni erano devoti alla musica.
La mia famiglia raccoglie tantissimo materiale tra cui ritagli di giornale e lettere del musicista grazie alla profonda amicizia che legò Niccolò con il mio trisavolo Vito de Stasi, che lo sostenne per tutta la sua carriera sia come amico che come sindaco di Mola. In particolare conserviamo la ricca corrispondenza privata tra i due amici da cui si possono ricostruire le difficoltà umane ed economiche, ma anche le gioie e i successi che segneranno la vita dell’artista fino alla prematura morte.
A 13 anni, Niccolò van Westerhout compose un’opera sul soggetto del Giulio Cesare di Shakespeare, dimostrando un notevole talento musicale. Nel 1870 fu quindi aiutato dalla giunta comunale di Mola di Bari, con Sindaco E. Noya, a trasferirsi a Napoli e frequentare il Conservatorio San Pietro a Majella, dove studiò composizione. Vent’anni più tardi la giunta comunale di Mola, con sindaco Vito de Stasi, commissionò il libretto della Doña Flor ad uno dei librettisti più famosi dell’epoca, la Doña Flor è l’opera che Nicolò stava componendo per inagurare il teatro a lui intitolato nella cittadina natale.
Queste sono alcune delle moltissime lettere conservate dalla mia famiglia:
Napoli, 14 Giugno del 1896
Carissimo Vito,
perché mi hai lasciato senza tue notizie? (…) E già che siamo obbligati a vivere lontani che ci unsica almeno uno scritto, di tanto in tanto, che per me, te lo assicuro, è di grande gioia e confronto ogni volta che rivedo una tua lettera che mi parla di te e dei tuoi.
La mia Doña Flor è già a Milano, dove alacremente si attende al lavoro di pubblicazione. Non vedo l’ora che esca alla luce per potertene inviare la prima copia. Io credo che fra un paio di mesi sarà bella e pronta.
Un’ altra notizia tengo a dirti di persona, prima che tu la legga sui giornali. Su proposta del Ministro de la P.I. (Pubblica Istruzione n.d.r.) e con la completa e lusinghiera adesione de la Commissione permanente in Musica, formata da i più illustri musicisti d’Italia, sono stato nominato professore titolare di Armonia (…) al Conservatorio di Musica di Napoli. Questa nomina è molto più significativa e onorifica per me, perché senza nessun concorso (…). Il decreto, che è stato già firmato, arriverà presto al Conservatorio. (Ho già provveduto per buone limonate presso i primi gelatieri di Napoli)…
Come stai tu, dunque? Sei a Mola o ne la tua regale villa?
Ti ricordi qualche volta di me e del tuo turbinoso e oramai leggendario impresariato? Ti ricordi un po’ anche della tua cara figlia che con tanto amore, slancio ed affetto tenesti al fonte battesimale? Qualche suo canto è restato ancora nella tua mente? E, questo mi preme di sapere a preferenza, per tutti questi ricordi benedici o maledici colui che, involontariamente, ne fu la causa?…
Vogliami bene, caro Vito, e ricordami uno per uno alla tua distinta famiglia. Dirai alla Signorina Maria (primogenita di Vito n.d.r.) che fra giorni attenderò a la promessa fattale, perché voglio inviarle anche un’ultima mia composizione che mi giungerà presto da Milano.
Salutami tutti gli amici del Circolo, in capo D. Ernesto Noya, ed abbiti un bacio dal tuo
Niccolò
Napoli, 1 Gennaio del 1897
Carissimo Vito,
io devo rivolgermi un’ ultima volta a te! (…)Ora io, nei casi estremi, ricorro a te, sicuro di trovare ascolto(…)Perciò carissimo Vito, vieni in mio aiuto anche questa volta…