I SOGNI A VOLTE SI AVVERANO
La vera storia di 5 Bachi da setola
La prima volta che esponemmo un grande Baco da setola di Pino Pascali a Polignano a Mare era il 1992, ventotto anni fa! Allora il Museo Pino Pascali non esisteva ancora. Rosalba si era inventata una rassegna d’arte contemporanea in omaggio a Pino Pascali che si chiamò “Ritorno al Mare” (il nome lo mise Fabio). Si svolgeva per metà sulle scogliere, la spiaggia e il mare al nostro trullo di Cala Paguro e per metà in paese, a Polignano. Per quella 1° edizione del 1992 (durò poi per sei anni), Rosalba chiese a Fabio Sargentini, di partecipare con una grande opera di Pascali e Fabio, generosamente, portò il Baco da setola, più grande di tutti quelli fatti da Pino (qui in foto sul sagrato della Cattedrale di Polignano a Mare).
La 2° volta che esponemmo un Baco da setola di Pascali a Polignano fu nel 1998 in occasione di una sua grande antologica che Rosalba organizzò in un palazzo vuoto di proprietà del Comune, sopra la porta di ingresso al centro storico del paese, e che in seguito a questa mostra divenne Palazzo Pino Pascali. Rosalba chiamò a curare la mostra i critici Achille Bonito Oliva e Pietro Marino, il Baco in mostra ce lo prestò l’amico e collezionista Gino Battista.
Da qui nasce l’incredibile l’avventura del Museo d’Arte Contemporanea Pino Pascali. Un piccolo miracolo che si realizzò in un piccolo paese del Sud, all’epoca sconosciuto fuori dalla Puglia, che nel giro di pochi anni realizzerà mostre di alcuni tra i più importanti artisti del mondo divenendo uno dei musei d’arte contemporanea più attivi e presenti in Italia e in Europa. Questo miracolo si deve a una felice coincidenza astrale: da una parte si trovò Rosalba Branà, instancabile e creativa direttrice del Museo, e dall’altra il Presidente della Regione Nichi Vendola e l’Assessore alla Cultura Silvia Godelli che credettero da subito nell’eccellenza del progetto e vollero farlo loro creando, insieme al Comune di Polignano, la Fondazione Pino Pascali, dotandola di fondi adeguati all’impresa. Il Comune, da parte sua, mise a disposizione del Museo-Fondazione la nuova bellissima sede restaurata per l’occasione nell’ex-macello a strapiombo sul mare.
Ma torniamo ai Bachi da setola. Penultimo atto. 2015: Rosalba chiede a Fabio Sargentini di esporre al Museo tutti i Bachi da setola di Pascali ancora in suo possesso. Fabio fa di più, porta a Polignano intatta l’intera l’ultima mostra personale di Pino all’Attico nel 1968, poco prima della morte: “Cinque bachi da setola e un bozzolo”. L’effetto dell’installazione nel salone del Museo è mozzafiato! Per me, uno dei tre lavori più belli di Pascali, insieme a “32 mq. di mare” circa e alla “Vedova blu”.
Rosalba disse a Fabio: “Come starebbero bene per sempre qui!…”. Fabio ci spiegò che aveva avuto tante richieste di acquisto, ma che non era disposto a vendere i 5 bachi separatamente, voleva vendere tutta l’installazione insieme così come l’aveva ideata Pascali per la sua ultima mostra, o tutto o niente, e che lui sarebbe stato molto contento se i 5 bachi fossero restati qui nella sua Polignano e che per la lunga amicizia con Rosalba era disposto a farci un prezzo molto più basso del prezzo di mercato, per noi “solo” un milione di euro + Iva.
Ultimo atto. 2018: Sono passati tre anni e il sogno di Rosalba incredibilmente si è avverato, grazie anche alla lungimiranza dei dirigenti del settore cultura e turismo della Regione Puglia che hanno voluto investire una somma simile, sicuri del suo ritorno in termini di grande attrattiva.
Così finalmente dal 2018 l’unico Museo d’arte contemporanea della Puglia si è dotato di una delle opere d’arte più belle del XX secolo. Come dicevo: Un piccolo miracolo.
Miki Carone