Il “Locale di Mola” è una varietà della Cynara scolymus, ortaggio lodato da Pablo Neruda nel suo poema: “Ode al carciofo”. Fino a qualche decennio fa è stato un simbolo del nostro Paese e abbondava sulle nostre terre. Le caratteristiche principali del nostro carciofo sono la tenerezza e la dolcezza, associate ad un alto contenuto di acqua e fibre vegetali, che garantiscono effetti benefici sull’intestino. Nel Rinascimento veniva utilizzato da Castore Durante (noto medico dell’epoca) per verificare se la donna era incinta. La tecnica era la seguente: “A conoscere se una dona è gravida se le dia a bevere quattro once del succo di queste foglie, e se lo vomiterà è gravida. Al che si fa ancora la prova tenendo l’orina della donna per tre dì in vetro, poi si cola con una pezza di lino bianca, nella quale rimarranno (s’è la donna gravida) certi animaletti, che rossi denotano il maschio e i bianchi la femmina” A differenza del “carciofo Brindisino”, il “Locale di Mola”, cresce su un terreno meno sabbioso, argilloso, torboso e salmastro che garantisce un sapore unico. Non tutti sanno che è possibile consumare anche il gambo del nostro carciofo, che, essendo tenero, privato della sua buccia esterna, si presta bene a gustose insalate. La maggior parte dei principi attivi del carciofo è contenuta nelle foglie con le quali è possibile preparare un estratto dal sapore deciso e aggiungerlo ad un infuso di ortaggi e frutti, donando un gusto unico alla nostra bevanda. Uno studio condotto presso l’Università Comenius in Slovacchia ha approfondito le ricerche sulla capacità dell’estratto di foglie di carciofo di impedire la crescita delle cellule leucemiche improntando un utile base di studio per la prevenzione di tumori. L’estratto contiene polifenoli tra cui troviamo la Luteloina ( potente antiossidante con il maggior effetto antileucemico), Cinarina ( altro antiossidante che stimola la produzione di bile e aiuta l’intestino a digerire grassi ed assorbire vitamine, Inulina (prebiotico, stimola la crescita di microrganismi benefici nel nostro intestino) e Acido Clorogenico (disintossicante). I polifenoli sono assorbiti dall’intestino e vengono metabolizzati in diversi settori del nostro organismo (colon, intestino tenue e fegato) dove esplicano la loro azione (come ho spiegato nello scorso articolo, l’effetto antiossidante si manifesta soprattutto sui ROS). La componente dei polifenoli che non è stata assorbita passa nell’intestino crasso dove ha un effetto prebiotico. Il sito del NCBI ( US National library of Medicine) afferma che l’estratto di foglie del carciofo è efficacie per alleviare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile (SII). Questi ortaggi sono anche preziosi alleati delle donne in dolce attesa. Gli alti livelli di acido folico infatti, secondo gli studi (riportati sul Wiley Online Library), possono prevenire la comparsa di difetti al tubo neurale nei nascituri. I carciofi però non vengono utilizzati esclusivamente in ambito culinario ; infatti i ricercatori dell’università di Torino, decodificando l’intero genoma dell’ortaggio, hanno scoperto che esso può essere usato nella produzione di biomassa e come fonte di energia alternativa. La nostra Terra garantisce però, molto spesso, beni che non vengono utilizzati a dovere. Mola fino a qualche decennio fa era un paesaggio ricco di piante di carciofo ma oggi purtroppo la sua coltivazione è scarsa. La causa di questa crisi è associabile ad un’epidemia (dovuta al parassita Verticillium) che non è stata trattata a dovere dai contadini e sottovalutata dal comune che ha portato alla decimazione delle piantagioni. Un nostro famoso concittadino, Vitangelo Magnifico ( conosciutissimo agronomo molese) scrive: “Nel caso del problema Verticilluim sul carciofo, è indispensabile l’interesse della categoria più direttamente coinvolta: gli agricoltori, che, purtroppo, finora sono stati artefici passivi della perdita del nostro caratteristico prodotto perché hanno sempre creduto alle cattive informazioni. (…) La risoluzione del problema del verticillium sul carciofo passa inevitabilmente per una precisa caratterizzazione dell’acqua da usare per l’irrigazione delle carciofaie che porterebbero giovamento anche ad una migliore produzione di uva da tavola, di olive e di altre specie orticole e frutticole, tutte fortemente condizionate dall’accumulo di sale nel terreno. (…) Se a Mola ci fossero agricoltori, ma anche amministratori, politici e ambientalisti degni di questo nome, anche il solo tentativo di risoluzione del problema non dovrebbe essere ulteriormente rinviato, poiché qualsiasi discorso sul contributo dell’agricoltura alla risoluzione della grave crisi economica che ci affligge diventa pura demagogia… utile solo a spillare soldi pubblici e all’Unione Europea in particolare. Anche a Mola esempi di sperperi in nome dell’agricoltura non mancano!”
Tommaso Magnifico |
Il “locale di Mola”…..(Foto di Donato Pinto)
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