EDUARDO MAESTRO DI VITA
(NAPOLI, 24 MAGGIO 19OO – ROMA, 31 OTTOBRE 1984)
Nel maggio 2013 l’Amministrazione comunale pro-tempore lasciò passare praticamente sotto silenzio un evento che ha segnato molto positivamente la storia culturale non solo di Mola (ma , per onestà intellettuale, va detto che neanche le amministrazioni di centro-sinistra hanno mai fatto qualcosa). Mi riferisco al quarantennale della cittadinanza onoraria conferita al grande Eduardo De Filippo il 25 Maggio 1973. La sera precedente, il 24 Maggio, giorno del suo 73° compleanno, nel restaurato Teatro “Niccolò Van Westerhout”, i giovani del G.U.T.”Piero Delfino Pesce (poi diventato “Teatro Sud), avevano rappresentato “L’Arte della Commedia” dello stesso Eduardo che ne curò la regia. ..
L’esperienza del 1973 fu veramente sentita da tutta la popolazione, incredula che un personaggio del livello del Maestro avesse potuto dedicare una parte significativa del suo tempo a un gruppo di teatranti alle prime armi. L’evento fu seguito con grande interesse e attenzione da tutta la stampa, non solo nazionale.
Il 27 Luglio 1981 il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, riconoscendo gli alti meriti di Eduardo, lo nominò Senatore a vita, incarico che egli ricoprì con impegno aderendo al gruppo Sinistra Indipendente.
Le mie sollecitazioni nel maggio 2013 agli amministratori pro-tempore a promuovere iniziative adeguate, non ebbero alcun riscontro. Eppure, quella data significò il ritorno alla vita attiva del Teatro “N.V.Westerhout per troppo tempo lasciato nel più totale abbandono e che fu recuperato anche grazie all’intervento fattivo di Eduardo. Si pensi che, in anni pregressi, ci furono consiglieri comunali che ne chiesero l’abbattimento per farne uffici: gli stessi che avevano anche proposto l’abbattimento del Castello Angioino per far largo ad abitazioni per i pescatori! Per fortuna, il sindaco Giovanni Padovano non diede ascolto a quelle sirene e, martedì 19 Gennaio 1971, alle ore 12.30, presso il palazzo dell’I.N.A. in Roma, sottoscriveva il mutuo di lire 73 milioni per il restauro del teatro. Tralasciamo le polemiche dell’agosto 1972 quando, di fatto, fu impedito a Eduardo di inaugurare il restaurato teatro con “L’Arte della Commedia”, quando era già venuto a Mola per seguire i giovani del G.U.T. (chi avesse voglia di saperne di più, potrebbe sfogliare le pagine della gloriosa “La Sveglia” dell’agosto/settembre 1972).
Va dato atto all’impegno e alla cocciutaggine di Vittorio Capotorto che “tallonò” con insistenza e in più occasioni Eduardo perché prendesse a cuore il G.U.T. da lui diretto. E già il 19 e 20 settembre 1970 il Maestro era venuto a Mola per aiutare il Gruppo a mettere in scena un suo atto unico, “Dolore sotto chiave”, rappresentato l’11, 12, 13 14 ottobre di quell’anno. Nell’estate 1972 Eduardo ci ospitò anche a Napoli, nel Teatro “S:Ferdinando”, perché voleva vedere cosa fossimo riusciti a fare con la sua “L’Arte della Commedia” per la quale ci aveva assicurato tutto il suo aiuto.
“Fatemi vedere cosa avete preparato”.
Ce la mettemmo proprio tutta nella recitazione, ovviamente goffa, ma lui concluse:”Si può fare. C’è ancora molto da lavorare, ma si può fare. Tornate a Mola, è lì che ci vedremo per il lavoro di rifinitura”
Eduardo mantenne l’impegno nonostante le incomprensioni di cui abbiamo parlato e nel maggio 1973, tornò a Mola e per circa due settimane, con ritmi defatiganti, curò la regia de “L’Arte della Commedia” che andò in scena proprio il giorno del suo compleanno, in un teatro esaurito in ogni ordine di posti, con una risonanza notevole su giornali nazionali ed esteri..
Peccato che quei rapporti furono compromessi tanto da costringere Eduardo a rispondere negativamente a un nuovo invito a tornare a Mola, propostogli dall’assessore alla cultura dell’epoca ing.Luigi Manna.
Va anche ricordato che, al di là della cittadinanza onoraria, l’Amministrazione comunale dell’epoca non seppe cogliere l’occasione propizia, offerta da Eduardo, di istituire a Mola una scuola di teatro da lui diretta, occasione, invece, colta proficuamente dalla Città di Firenze.
Ma forse è il caso di accantonare amarezze e polemiche (chi fosse interessato, potrebbe trovare nelle raccolte dei periodici “La Sveglia” e “Realtà Nuove” le cronache di quei giorni) per tornare alla centralità dell’evento rinviando all’intervento di Eduardo nella sala consiliare del vecchio municipio in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria (di cui conservo gelosamente la registrazione integrale messami a disposizione, alcuni anni fa, dal cav.Nicola Parente, presidente della Pro-Loco), pubblicato integralmente sul n.12/1984 di “Realtà Nuove e ripreso dal settimanale “FAX” del 25/5/2013.
Stefano Gaudiuso
Eduardo De Filippo e Mola di Bari (di Stefano Gaudiuso)
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