Foto di Mimmo Varrese
La noria, in dialetto a ngiégne, frutto dell’ingegneria idraulica dei contadini molesi, è una grande ruota con piccoli recipienti, mossa da un asino bendato, che un tempo veniva utilizzata per prelevare l’acqua sorgiva “necessaria per innaffiare i pomodori di pénne (si chiamavano così i terreni situati a Mola in prossimità del mare)”, come racconta il Maestro Mario Ventura. L’origine della noria sembra poter risalire alla Mesopotamia e pare siano stati i Saraceni che, durante i secoli dell’invasione nel Meridione d’Italia (tra il VIII-IX), l’abbiano introdotta nel nostro Paese. Un pozzo, una ruota, un asse orizzontale, i “boccapozzi”, chiamati in dialetto i “vuccqual”… e la grande, infinita pazienza dell’asino che metteva in moto il meccanismo di riempimento e svuotamento dei secchi. …