Nel 1999 in una cava poco distante da Altamura, su una strada che porta a Santeramo, durante una perlustrazione, furono scoperte delle orme di dinosauro.
Venne così alla luce uno dei Siti più grandi d’Europa, che aprì le porte ad una interpretazione rivoluzionaria della storia geologica pugliese.
La Puglia, che risultava immersa durante il Cretaceo(terzo e ultimo periodo dell’età Mesozoica), non era del tutto coperta d’acqua come si credeva.
Il rinvenimento ha dimostrato che alcune zone della nostra Regione erano già emerse dal mare 70 milioni di anni fa, nell’epoca in cui la terra era abitata dai dinosauri.
“Il giacimento di impronte di Altamura è il più grande Europa ed eccezionale perché le orme sono chiaramente visibili”, spiega ancora Rossella Mauro, nel suo libro dedicato ai ragazzi:” la Puglia al tempo di dinosauri non era certo come oggi la vediamo.
Settanta milioni di anni fa, nel Cretaceo, alcune zone della Murgia, quelle oggi più alte, erano già emerse dal mare e si presentavano come tanti isolotti collegati tra loro da strisce di mare, a volte anche poco profonde.
Dovevano esserci grandi foreste perché questi grossi rettili erano per lo più erbivori e avevano bisogno di una grande quantità di cibo. In questo periodo i dinosauri avevano raggiunto il massimo livello di evoluzione prima della loro estinzione.
Erano animali terrestri che si distinguevano dagli altri rettili per il fatto di avere gli arti posti verticalmente rispetto al corpo e non ad angolo. Le impronte rinvenute ad Altamura sono di diversa grandezza, variano dai 5-6 a 40-45 cm, la zona era quindi abitata da piccoli dinosauri e da altri enormi fino a 10 metri.
Sono circa 4000 le orme ritrovate e appartengono ad almeno cinque specie diverse, quattro erbivore ed una carnivora.
Tra gli erbivori vi erano i Sauropodi, quelli dal collo lungo, i Ceratopsidi, dai grandi corni sul cranio, gli Iguanodontidi e gli Anchilosauri.
Tra i carnivori vi erano i Teropodi, simili al terribile Tirannosauro, grandi come galline, ma capaci di muoversi velocemente.
Alcune delle impronte sono così perfette che si vedono anche le pieghe della pelle dell’animale. E offrono ai paleontologi molte informazioni utili per ricostruire la storia più antica della nostra meravigliosa Regione”(“Storia della Puglia per i piccoli”, Rossella Mauro)